Recensione: “DARK WINGS – ALI DI FUOCO”
[KRISHA SKIES]
Felice giornata, viaggiatori!
Oggi vi parlerò del sequel di un libro di cui ho già trattato in passato.
Mi riferisco a…
Trama: la guerra incombe tra gli Alati di Azra e gli umani dei Paesi federati del Patto Meridionale. La giovane umana Lyan Alba, dopo gli eventi di quattro anni prima vissuti nella capitale azrariana, per sfuggire a un passato difficile da gestire ha deciso di lasciare la sua famiglia per cominciare una nuova vita nella città -Stato di Cartago. Ma un nuovo conflitto sta per travolgerla e un attacco inatteso arriva dal cielo, facendo iniziare una guerriglia urbana tra invasori e Milizia per la Resistenza umana. La forza latente che Lyan ha sempre cercato di tenere nascosta e inerte dentro di sé si risveglia prepotentemente, richiamando l’attenzione dei membri della società segreta azrariana delle Ali di Fuoco. Così il passato torna a perseguitarla e nuove avventure la coinvolgeranno, costringendola a intrecciare il suo destino ancora una volta con quei trascorsi da cui era fuggita invano. Dovrà quindi fare i conti con un amore che sembra impossibile e con un destino che le chiederà di compiere delle scelte che potrebbero segnare per sempre la sua esistenza e quella delle persone che ama.
|
Dark Wings – Ali di Fuoco è l’atteso sequel di Dark Wings - Scegli se volare o cadere, di cui si è già discusso in precedenza su questo blog e di cui trovate la recensione cliccando sul nome.
Ali di Fuoco è sicuramente un ottimo continuo di una storia iniziata già brillantemente con il primo volume.
A differenza di Scegli se volare o cadere, tuttavia, non ho fatto a meno di notare che vi è un ancora maggiore equilibrio tra le questioni più prettamente “burocratiche” e statiche concernenti la guerra – nucleo principale di questo secondo volume – e quelle che invece vedono i nostri protagonisti al centro di numerosi e reali scontri armati.
Vi è inoltre una nota più marcata di slow burn relativa alla relazione tra i due protagonisti, Lyan e Azalel, e di tensione a livello generale nell’intera vicenda: durante l’intera fase di lettura, non ho fatto a meno di sentire costantemente una sensazione di disagio e di ansia provocate dalla penna di Krisha Skies, che ancora una volta si rivela un’ottima autrice nel riuscire a veicolare tramite la sua scrittura tutte le sensazioni necessarie per immergersi pienamente nelle vicende di Dark Wings.
Tenendo in considerazione, in particolare modo, i protagonisti della vicenda, paragrafo d’onore in questa recensione spetta a Lyan, con cui entriamo a contatto sin dalle prime pagine. Re-incontriamo la ormai giovane donna Alba con uno stacco temporale dal primo romanzo di ben quattro anni.
La Lyan che si scopre in queste pagine è, infatti, diversa da quella incontrata in Scegli se volare o cadere: se in quel romanzo non conosceva ancora la sua vera natura ed era una mera adolescente, qui la vediamo non solo già laureata, ma sicuramente più cosciente dei suoi limiti sia a livello di poteri legati alla Lungimiranza, sia psicologico.
Più volte la si vede bloccata dal timore di quanto grava sulle sue spalle e altrettante la si vede rimboccarsi le mani e, con il coraggio e con gli errori che ogni essere umano compie nei momenti più disperati della sua vita, cercare di fare tutto il possibile per essere d’aiuto per salvare chi risiede nel suo cuore.
Partendo da Kamael, giovane Alato cittadino di Cartago con frequenti crisi di cui inizialmente si sa poco, sino a giungere a Kerubin, Ananchel, Rose e Azalel, per il quale Lyan prova ancora dei forti sentimenti, ella cerca di fare il possibile per scoprire quanto più possibile sulla sua vera natura e sulla guerra che la circonda e, allo stesso modo, di proteggerli il più possibile da ogni male che potrebbe loro accadere. Non dimostra timore, Lyan, all’occhio esterno, ove necessario di scagliare anche pietre addosso ad alcuni soldati che potrebbero ucciderla in pochi secondi.
Il personaggio di Lyan si trova tuttavia assoggettato, talvolta, dall’antagonista della vicenda, il Generale Yeratel, il quale riesce costantemente a minacciare tanto velatamente quanto in modo subdolo e preciso, ogni persona che decida di intralciare i suoi piani.
Ogni individuo, ogni situazione, ogni animale sembra assoggettato a lui, come se egli fosse il Re di una scacchiera in procinto di compiere uno scacco matto e concludere la partita.
Ovviamente anche i luoghi sono un po’ variati rispetto al primo volume.
Sicuramente quello che più mi è saltato all’occhio è il Centro, che con i suoi edifici, le mura perimetrali e la grata di ferro che sovrasta il tutto per evitare che qualsiasi Alato possa volare all’interno di esso, mi ricorda sempre più non solo un luogo claustrofobico dal quale risulta sempre più difficile uscire, ma anche una scacchiera con una struttura tutt’altro che tradizionale, ma di cui il Generale Yeratel non fatica, pagina dopo pagina, ad appropriarsene, proprio come un Re cerca di fare in una partita.
Tuttavia, il Re e la Regina della partita sono considerati da tutti i personaggi presenti Lyan e Kamael, Generale compreso.
I due, nonostante sembrino sempre più assoggettati al volere di Yeratel e da tutto ciò che li circonda, si rivelano essere non solo legati più di quanto entrambi avrebbero mai creduto, ma anche delle pedine più che fondamentali all’interno del gioco: essi sono rispettivamente la Prima Lungimirante lei, denominata in azriano Awl Baidn, e il Falco Nero lui.
Il cosa comporti il loro legame, beh… spetta a voi scoprirlo leggendo il romanzo.
Nonostante vi sia però un legame tra i due, la connessione presente tra Lyan e la Nemesi Azalel è quella che più ha fatto breccia nel mio cuore.
“«E siete stati insieme?»
«No.» Distolsi lo sguardo, affondando le unghie della mano destra nel solco della cicatrice sul palmo. […]
«Ma lui ti ricambiava.»
«Sì.» […]
«Quando mi racconti di questo secondo ragazzo sei sempre così reticente, Lyan. È perché è stata una storia triste?»
Una storia triste. Lo era stata?”
Se nel primo volume vediamo i due in una fase ancora di conoscenza in cui talvolta si lasciano andare ai sentimenti che provano l’uno nei confronti dell’altra, in questo romanzo tutto risulta più calcolato, più distante: questo non solo per cercare di assistersi a vicenda – nonostante a volta possa non sembrare realmente questo l’intento -, ma anche di non volersi liberare di quelle emozioni che sanno bene che potrebbero bruciarli.
Azalel, nonostante cerchi innumerevoli volte di non pensare alla giovane donna, si ritrova non solo ad allontanare immediatamente la sua compagna Malaya, personale lungimirante che gli è stata vicino durante i quattro anni di sparizione di Lyan, ma anche ad agire in modo tanto impulsivo da rischiare la propria vita e anche quella della amata.
“E io, mentre il cuore mi esplodeva nel petto, spargendo i suoi frammenti acuminati in ogni angolo della mia anima, compresi che per me non era cambiato niente. Che, dopo quattro anni, l’amavo ancora dolorosamente e che avrei potuto sacrificare qualsiasi cosa per lui. Proprio ciò che avevo cercato di evitare per tutto quel tempo.”
Ciò che emerge in queste pagine è dunque la consapevolezza di quanto siano giovani i nostri protagonisti, i quali costretti a vivere in un momento tanto drammatico quanto feroce, devono fare del loro meglio per andare oltre loro stessi e compiere quanti meno errori possibili.
Consiglierei questo libro? Sì. È stata una bella lettura, sicuramente pari a quella del libro precedente, che riesce a catturare. Sin dalle prime pagine si entra a contatto con momenti cardini della storia dei protagonisti – vedasi il passato di Az ri-vissuto da Lyan in cui si evidenzia il dolore per la perdita della madre da parte del ragazzo e il medesimo passato della giovane, raccontato da lei medesima - e, con un andazzo tanto equilibrato a livello di scrittura quanto irrequieto emotivamente, si entra sempre più in questa guerra in cui è facile perdere la vita e in cui, per sopravvivere, spesso è necessario abbandonare la propria parte più umana.
“Quando era in preda al panico, la folla agiva in base a istinti primordiali, e non avevo alcuna intenzione di diventare il capro espiatorio di nessuno. Avevo visto le persone più insospettabili commettere gesti inconsulti, quando erano vittime di un forte stress.”
Vi sono scene da brividi sia relative ai combattimenti veri e propri che scaturite dalle masse che scappano dai bombardamenti che difficilmente riescono a lasciare la mente del lettore tranquilla e, allo stesso tempo, si entra in perfetta sintonia con la difficoltà talvolta fisica e altre mentale della protagonista di proseguire come se tutto fosse che un mero graffio. A Lyan è dato il compito di andare avanti senza quasi mai fermarsi e la sua stanchezza è perfettamente comprensibile dal lettore – stanchezza ulteriormente aggravata dalla scoperta di questioni riguardanti Azalel e Malaya che la fanno stare male sentimentalmente.
“Chi volevo ingannare? Anche se non piangevo e mostravo agli altri il lato più forte di me, c’erano dei momenti in cui mi sentivo una delicata scultura di sabbia in balia dell’alta marea.”
Come se non bastasse, anche il personaggio di Kerubin fa talvolta il suo ritorno causando ulteriore disagio nella protagonista. Ella si ritrova infatti ad allontanarsi da un quasi-bacio con l’Alato e, per via di questo momento, assoggetta ancora maggiormente la sua mente nei pensieri riguardanti la persona che realmente ama e tutto ciò che comportano i suoi reali sentimenti.
I plot twist della trama – come il modo in cui fa ritorno agli occhi del lettore Azalel – sono ben studiati e fanno il loro dovere di tenere alta l’attenzione in maniera egregia.
Ultimi, ma non per importanza, sono poi i personaggi secondari: in questo secondo volume ne troviamo di diversi e, a modo loro, riescono tutti a farsi apprezzare (o detestare), sia che si tratti di individui con chi si è già entrati in contatto con Scegli se volare o cadere sia che si tratti di personaggi del tutto nuovi.
Menzione d’onore spetta sicuramente a Paco, umano che lavora al Centro e che a volte si lascia andare ad alcune battute che, vista l’ansia dell’intera situazione, riescono a liberare per un momento la mente di entrambi i personaggi e il lettore.
Grazie ancora all’autrice Krisha Skies e alla CE Horti di Giano per la fiducia e nel donarmi un file digitale del volume. È sempre un piacere poter collaborare con voi!
Un abbraccio,
→Federica.
[#giftedby]
0 Commenti