Recensione: "Dark Wings - Scegli se volare o cadere" [K. Skies]

Recensione: “DARK WINGS – SCEGLI SE VOLARE O CADERE”

[KRISHA SKIES]


                                                                                     

Buonasera viaggiatori e benvenuti in una nuova recensione!


Siete amanti di storie di amore travagliati, di fazioni opposte in lotta tra di loro, di temi tanto importanti quanto difficili da affrontare e di narrazioni incredibili che vi lasciano senza fiato?

Se è così, dovete assolutamente leggere questa recensione. 
Se così invece non fosse, vi consiglierei di leggerla comunque perché parlerò di un libro che vi stupirà incredibilmente, abbiate fiducia! 

Oggi vi presento…

 


 

 


Titolo: Dark Wings   
Distribuito da
: Horti di Giano

Data di uscita: 2021.
Genere: Fantasy
Autore: Krisha Skies

Trama: Precaria è la pace che da una ventina d'anni perdura tra la Repubblica di Azra, terra della Gente Alata, e le città-Stato della federazione del Patto Meridionale, abitate da esseri umani. La giovane universitaria Lyan Alba decide di trasferirsi nella Città Bianca, capitale di Azra, dove vive già suo padre, interprete presso l'ambasciata. Scopre presto a sue spese, tuttavia, che laggiù la vita per i pochi esseri umani presenti non è affatto facile. Due culture così diverse difficilmente possono coesistere. Le discriminazioni razziali e un conflitto nelle vicine terre dei coloni umani gettano un'ombra sulla permanenza di Lyan, che però è intenzionata a restare. Lei è lì per rintracciare un giovane Alato, conosciuto anni prima, rimasto nel suo cuore. Ma un'altra ingombrante presenza turba le sue emozioni, nonostante i pregiudizi. Sentimenti contrastanti, condizionati dal destino, la porranno di fronte a una scelta che, malgrado le apparenze, si rivelerà la più difficile della sua vita: volare o cadere... Dark Wings è il primo volume della saga del Ciclo delle Ali Oscure.

 

 

 


Dark Wings è quel libro che non pensavo esistesse sul serio: è un connubio perfetto di tutto ciò che più amo, ovvero tutto ciò che ho sovrascritto prima della tabella informativa e che in questa recensione (la quale spero darà giusto onore a questa storia) cercherò di presentarvi. 

Partiamo però dal principio: questo volume è il primo capitolo della serie denominata Ciclo delle Ali Oscure, che si comporrà di quattro volumi totali più una duologia prequel. Questo ciclo vede come oggetto cardine la lotta tra gli Alati e gli Umani. 

La scrittrice, Krisha Skies, laureata in Lettere moderne e amante della scrittura sin dalla giovane età, ha fatto il suo debutto sulla piattaforma Wattpad, nella quale la storia di cui mi accingo a parlare è stata prima in classifica nella sezione Fantasy. 
Dark Wings – Scegli se volare o cadere è stata poi pubblicata, lo scorso 5 marzo, dalla casa editrice Horti di Giano, che ringrazio (insieme all’autrice stessa) per avermi contattata e avermi permesso di leggere quest’opera. 

 

Di genere fantasy con aggiunta di scene romantiche e altre che includono temi forti come il bullismo e la violenza, questa opera riesce a veicolare una storia potente, che arriva nel profondo e di cui non si può fare altro che stringerla quanto più vicino a sé stessi per affrontare con determinazione la serie di eventi che la protagonista si ritroverà ad affrontare nel corso delle 551 pagine che la compongono. 

Nonostante la mole, mi sento di avvertire che tale libro risulta molto scorrevole alla lettura: lo stile di scrittura dell’autrice, che inizialmente ha provocato in me una sensazione di smarrimento nel passaggio tra un paragrafo e un altro (unico aspetto che mi ha alquanto fatta sentire smarrita insieme all’aspetto pressoché perfetto dei personaggi all’inizio delle vicende), ha la capacità di rendere la storia allo stesso tempo discorsiva (ma non così tanto da lasciarsi sfuggire dettagli importanti ai fini della trama) e rilassata: i luoghi in cui la protagonista si ritrova a vivere e gli stessi eventi e personaggi che incontra nel suo cammino sono di volta in volta descritti in modo tale da donare la giusta quantità di dettagli al lettore senza esaurire mai la voglia di continuare la lettura; al contrario, permette di prendere per un attimo un respiro profondo dalle vicende in cui ci si viene catapultati e di cui risulta difficile distaccarsi. 
Tuttavia, questo ritmo diviene sempre più incalzante andando avanti con i capitoli, sino a giungere agli ultimi che vedranno invece come protagonista una cadenza stilistica tanto veloce quanto angosciante; 
infine, tale ritmo ritornerà ad essere un po’ più lieve, quasi a dare il tempo al lettore, come un’onda che si è infranta pochi secondi prima su di una scogliera, di riprendere il respiro trattenuto fino a poco prima e di sperare di possedere quanto prima il seguito delle vicende di cui ha appena concluso la lettura. 

 

Gli ambienti citati pocanzi vengono descritti soprattutto nelle prime fasi della storia, in modo tale da permettere al lettore di ambientarsi pienamente nel mondo che vede Azra (e successivamente Agri) come luogo cardine delle vicende. L’autrice è stata perfettamente in grado, secondo me, di descriverli in modo preciso senza mai cadere nel banale; le ulteriori spiegazioni circa le storie che li vedono come protagonisti (quali ad esempio quella circa la meravigliosa quanto tremenda Cascata dei sospiri), permettono di sentirsi parte di quel mondo che tanto irrealistico in fondo non sembra più neanche dopo appena le prime pagine. 

A livello puramente personale circa i ricordi dei miei anni liceali, ho notato un riferimento preciso ad un aspetto della letteratura francese che che ha donato quel tocco in più al libro da renderlo, insieme ad altri dettagli di medesimo spessore, una lettura da cinque stelle: mi riferisco all’Albatros, il quale mi ha ricordato l’omonima poesia di Baudelaire in relazione al desiderio di volare via e di lasciarsi tutto alle spalle senza realmente riuscirci. 



                  “« Voglio l'albatro», disse all'improvviso, 

              alzando la voce per essere sicuro che lo sentissi.



Parlando dei temi descritti, invece, di cui ho lasciato qualche indizio nei paragrafi di cui avete letto fino ad adesso, essi sono tanto numerosi (e contemporanei) quanto importantissimi: il bullismo, la violenza, il razzismo, la perdita di innocenza, l’amore travagliato, l’importanza di avere un amico sincero a cui affidarsi e il terrore e il dolore nel vedere la persona amata venire ferita senza possibilità di poterla aiutare sono solo alcuni di quelli che ritroverete in queste pagine. 

Ognuno di essi però, viene preso e portato al suo perfetto sviluppo senza mai scadere nelle banalità o nei cliché poco legati ad un reale sviluppo di trama: al contrario, questi temi vengono portati sulle pagine in modo tanto perfetto da finire travolti da una serie di emozioni, tanto positive quanto negative, che difficilmente farà prendere sonno la notte. 
Gli atti di bullismo, di violenza e di razzismo in particolare modo, sono stati quelli che più di tutti mi hanno devastata nel profondo: ho odiato enormemente coloro che sono stati carnefici e allo stesso modo ho desiderato poter abbracciare e confortare coloro che ne sono stati vittime.

 

 

Per quanto riguarda i personaggi, è stato bello constatare come quasi ognuno di essi abbia avuto un suo proprio sviluppo e maturazione; solo alcuni sono stati  messi da parte ai fini della trama (almeno in questo primo volume: chissà se poi ritorneranno con un ruolo più prominente nei successivi?).

Concentrandoci in particolare modo sui protagonisti, desidero qui dedicare qualche riga a Lyan, Kerubin, Azalel e Izmael (con una piccola aggiunta per i genitori di Lyan e i secondari -ma non così tanto poi- Sonay, Lux e Seraphin). 

 

Lyan è la protagonista delle vicende narrate in Dark Wings – Scegli se volare o cadere. È una umana che si trasferisce nella capitale degli Alati, Azra, con lo scopo di ritrovare una persona che ha amato profondamente in passato e di cui non ha avuto più notizie: Kerubin. 

Ella riesce a trasferirsi in tale città soprattutto grazie alla presenza del padre, un diplomatico che media tra il mondo degli Alati e quello degli Umani: questa figura genitoriale, presente ma non troppo, è quindi necessaria ai fini della trama circa il trasferimento e la permanenza della giovane nella città che la vedrà crescere e maturare in un modo completamente inaspettato. Se infatti in principio Lyan risulta essere tanto sicura di sé quanto determinata in tutto ciò che decide di compiere quotidianamente (anche, ahimè, nelle azioni più stolte), andando avanti con la lettura la sua sicurezza circa la propria identità comincia a vacillare sempre di più, senza però lasciare indietro quella determinazione (e anche cocciutaggine, lasciatemi dire) che l’ha caratterizzata sin dal principio. Nonostante ciò, però, le sue prese di coscienza circa la propria persona sono veramente ottimali perché mettono in primo piano davanti al lettore l’importanza di prendersi cura di sé stessi dopo magari una serie di avvenimenti in cui a tutto si è pensato tranne che alla propria individualità e salvaguardia (anche a livello psicologico, visto lo stretto legame con passato che non riesce a lasciare andare pienamente fino alla fine).

 

“Vivevo le sensazioni che provavo come una sorta di tradimento verso me stessa e verso il ricordo di Kerubin, che, nel dolore, avevo cominciato a sublimare.”

 

 

Vediamo inoltre Lyan crescere di pagina in pagina non solo nella linea cronologica del presente, ma anche in quella del passato attraverso i flashback che l’autrice aggiunge perfettamente di volta in volta per aiutare il lettore a comprendere meglio la sua psicologia e il suo modo di prendere decisioni. 

 

È proprio attraverso i flashback, di cui Krisha Skies fa uso anche nel prologo, che veniamo a conoscenza della figura di Kerubin, un Alato a cui Lyan è stata molto legata in passato e per il quale si è diretta sino alla città di Azra per ritrovare e riconciliarcisi. Di Kerubin si sa poco all’inizio: le descrizioni che lo riguardano sono scaturite da frammenti della memoria di Lyan e per tale motivo risulta difficile crearne una visione di insieme chiara; tuttavia, è possibile scoprire maggiori dettagli circa questo personaggio grazie alle interazioni con i co-protagonisti e con i flashback che ho citato poco prima. 
Bisogna dire nei suoi confronti, così come nei confronti di Lyan e di Azalel, che nulla è mai lasciato al caso in questo libro e che ogni certezza del lettore nei suoi confronti viene pian piano sgretolata e poi ricomposta sino alla risoluzione del puzzle finale delle intere vicende. 

 

Legato a Kerubin (e a Lyan) in modo completamente inaspettato, ritroviamo il personaggio Azalel: anch’egli un Alato (insieme a tutti i successivi personaggi di cui parlerò con l’unica eccezione dei genitori di Lyan), è IL co-protagonista delle vicende. Dalle ali bronzee e dagli splendidi occhi di color ametista, è il personaggio a mio parere più intrigante e misterioso. 
In questo caso, il cliché del protagonista maschile con un passato oscuro e dal carattere schivo è sfruttato alla perfezione (e non risulta per niente banale) per via degli eventi tanto terribili quanto solitari (in un certo senso) che ha vissuto; il suo triste passato purtroppo, si collega in maniera perfetta al tempo presente a cui è legato. 

Azalel è quel personaggio introverso che in verità nasconde un cuore immenso e di cui vi sono lievi tracce in brevi momenti. Egli cerca di non avvicinarsi alle persone che in verità ama, tra cui Lyan, per il fine di non ferirle e provocare loro dolore anche emotivo. 

 

“«Ci sono giorni,» mi sussurrò, 
premendo una guancia contro la mia, 
«in cui vorrei non doverti mai incontrare. 
E poi ci sono tutti gli altri, in cui prego gli Dei Alati di non esaudire il mio desiderio».”

 

 

Le scene che lo vedono come protagonista insieme alla protagonista sono a mio parere incantevoli: non ve ne descriverò qui alcuna con il solo motivo di non spoilerare neanche la più piccola sorpresa che vi aspetta, ma sappiate che ognuna di esse ha scaturito in me una serie di sensazioni, a partire dal batticuore fino all’angoscia, che è per me difficile trovare spesso nei libri che leggo. 

Proprio per il carattere particolare (e il passato) di entrambi non è sempre facile comprendere i loro sentimenti, ma se sapete (e vi prendete il tempo necessario per farlo) leggere tra le righe, tutto ciò che li riguarda inizia a divenire sempre più chiaro. Il loro amore, tanto meraviglioso quanto travagliato, è una delle cose più belle che io abbia mai letto e non vedo l’ora di poter venire a conoscenza dei suoi ulteriori sviluppi nei prossimi volumi di questa serie. 



“Dovrei odiare nel profondo della mia anima tutto ciò che rappresenti, Lyan... 

Eppure io... 

io non riesco a smettere di amare ciò che sei.”

 

 

Izmael, invece, dalle bianche e candide ali, risulta essere l’amico pressoché sempre al fianco della protagonista. Nonostante all’inizio si avvicini a Lyan per via di una richiesta del padre di lei per non lasciarla in solitudine, ho trovato splendido il “crescendo” del loro rapporto all’interno del volume. Legato sentimentalmente a Sonay, quest’ultima è stata una scoperta interessante all’interno della storia: se dal principio si pensa che il suo ruolo si esaurisca in pochi ed evidenti eventi, essa risulta poi di nuovo presente nel finale del libro.

 

Infine, trattando degli ultimi personaggi per i quali desidero spendere alcune righe, si può constatare quanto ognuno di essi sia essenziale sia per Lyan e il suo processo di maturazione sia ai fini della trama per spiegare e rendere quanto più chiare possibili le dinamiche cardine di questo Ciclo. Le figure genitoriali, ad esempio, permettono alla protagonista di comprendere piccoli sprazzi di dinamiche (e qui mi riferisco a due episodi in particolare, uno vissuto da bambina e uno che si svolge circa alla fine del volume) che prima le sarebbero state oscure e che sono essenziali ai fini della trama. 

Lux e Seraphin, infine, rappresentano secondo me (e in particolare modo in riferimento alla prima citata) il razzismo più puro covato nel proprio cuore e il desiderio di portare avanti la propria causa a discapito di qualsiasi perdita o battaglia. 

 

Per quanto riguarda le vicende, le tensioni di cui ho appena accennato che riguardano l’odio profondo che scorre tra i due popoli, quello degli Alati e quello degli Umani, risultano sempre più evidenti andando avanti con le vicende. Gli atti di violenza esplicita che si leggeranno nella storia saranno purtroppo uno sviluppo “naturale” di tale odio. 

Le domande che il lettore si pone durante la lettura (e che mi sono posta io medesima) sono tantissime e forse a primo impatto sembrano troppe, ma l’autrice è stata perfettamente in grado di sciogliere pressoché ogni mio dubbio; sono pertanto sicura che nei successivi volumi di Dark Wings le mie certezze non faranno altro che aumentare, fino ad arrivare al “gran finale” in cui tutto verrà districato e reso perfettamente noto. 

 

E poi…

 

Le lettere e i disegni, miei cari viaggiatori, non avete idea dell’importanza che hanno questi in tale storia. Chi l’avrebbe mai detto che finalmente vengono riportate in auge delle cose tanto splendide quanto quasi dimenticate?
Gli schizzi e le pagine scritte a mano che qui hanno una valenza davvero incredibile sin dal principio che nella parte conclusiva, mi hanno sorpresa enormemente. È stato pazzesco poterle quasi toccare con mano, con l’immaginazione che riesce a scaturirsi da questa opera per via della incredibile capacità di scrittura dell’autrice. 
Inoltre, la casa editrice ha avuto la brillante idea di aggiungere alcuni schizzi tra un capitolo e l’altro: inutile dire che sono stati da me enormemente apprezzati. 

 

 

 

Consiglierei questo libro? Se non fosse già abbastanza chiaro, io ho profondamente amato questo libro. Reputo questa lettura come la migliore di questi primi mesi del 2021 e sono sicura che resterà nella mia top-list di libri preferiti. Se dovessi riassumere questa storia con una parola, essa sarebbe “maestosa”: ha avuto la capacità di cullare il mio cuore, di frantumarlo in una serie di eventi violenti e tremendi e infine di ristabilire in esso la pace.

Non vedo seriamente l’ora di poter sfogliare, se digitalmente o fisicamente poco mi importa, le pagine dei successivi volumi e di godermi appieno questa storia che mi ha lasciato senza fiato.

Oltre a tutti i temi che ho toccato in questa recensione, mi preme anche sottolineare l’importanza che ha avuto la sensazione di Lyan nel non sentirsi pienamente a casa nella propria “fazione”: nonostante sia una umana, ella non si sente perfettamente a suo agio nell’ambiente in cui dovrebbe vivere e per il quale dovrebbe combattere. 
Sono numerosi i personaggi che hanno discusso circa l’odio nutrito nei confronti dell’una o dell’altra fazione, ma è stato veramente forte a livello emotivo leggere il suo sentirsi in bilico tra ciò che sarebbe stato giusto fare razionalmente e ciò che lo sarebbe stato invece per il suo cuore. 
Mi ha fatto comprendere ancora una volta quanto i confini tra due parti non sono poi così marcati come ci si crede e che in verità a volte si è così simili da trovare difficile dover abbandonare una parte di sé “dall’altra parte” a causa del pregiudizio e del razzismo presente. 
Questa è una tematica importantissima che per l’appunto fa fede anche alla vita reale: quante volte il razzismo (e il pregiudizio) ha condotto guerre (mediatiche e non) contro etnie e gruppi specifici senza alcun motivo perdendo di vista ciò che di più fondamentale in verità vi è, ovvero il fatto che in fondo si è parte dello stesso mondo e che tutti meritano eguali diritti e hanno eguale importanza? Troppe. 

 

“Avrei voluto dirlo a Nikita... 
Ero io l’unico ibrido, in bilico tra due mondi che sentivo respingermi ognuno a suo modo.”

 

Consiglio Dark Wings – Scegli se volare o cadere a tutti coloro che desiderano leggere una storia tanto intrecciata quanto maestosa, con personaggi incredibili e sviluppi mozzafiato che lasciano spazio anche a temi di fondamentale importanza.

 

“Adesso che nulla aveva più un senso, 
tutto aveva un senso.”

 

Desidero infine ringraziare di cuore sia l’autrice Krisha Skies (CLICCANDO QUI verrete indirizzati al suo profilo Instagram) che Rachele Bini, della casa editrice Horti di Giano (QUI il suo profilo Instagram) per avermi contattata e avermi fatto dono di una copia digitale di questa opera. 

Grazie di cuore, è stato un onore leggerla e recensirla; 
spero che le mie parole le rendano la giustizia che si merita.

 

 

Grazie anche a voi, viaggiatori che avete letto questa nuova recensione. 

Un abbraccio,

Federica.

 

 

 

 

 

 

0 Commenti