Recensione: “BREAK THE SILENCE”
[GIORDANA SCHIATTARELLA]
Buongiorno viaggiatori!
Non ci sentiamo da tanto, spero che le acque in cui navigate al momento non siano mosse!
La recensione di cui vi accingete a leggere tratta di…
Trama: Park Mirea è per metà italiana e per metà coreana. Vive in Italia da quando è nata, ma è stata spesso a Seoul a causa del lavoro del padre. È proprio lì che da bambina ha conosciuto Jeon Jonghyun, il bambino della porta accanto che ballava nel parco con un aeroplanino di carta sempre carico dei suoi sogni. Mirea e Jonghyun non si sono più lasciati, nemmeno con l'oceano a fare da spartiacque. E adesso che Mirea sta tornando a Seoul, questa volta per restare, le cose potrebbero cambiare. O forse no. Jonghyun i suoi sogni li ha realizzati. È un idol adesso e, si sa, gli idol una relazione non possono averla. Una relazione non è nemmeno nei piani. Ma Mirea è cambiata dall'ultima volta. È cresciuta, è più matura, più donna, così come Jonghyun è più uomo. E se anche potessero stare insieme, restando nell'ombra, non potrebbero rompere il silenzio, perché significherebbe la fine della carriera da idol e del sogno di quel piccolo bambino di nove anni. Quindi, quanto ci vorrà per poter stare insieme? E poi, ancora, sarà davvero così facile rompere il silenzio? |
Questa recensione sarà un po’ diversa.
Lascerò scorrere i miei pensieri senza dargli volutamente uno schema, in quanto
questa lettura è stata tutto fuorché lo standard.
Non leggevo un libro simile da tanto: non vedevo una struttura a diario (o
comunque con i capitoli differenziati ciascuno da date sempre differenti) da
molto tempo.
Allo stesso modo, era da tanto che non leggevo un romance.
Sarò sincera, in questi mesi di assenza mi sono più dedicata ai libri universitari e
ai manga che ai romanzi: ciò mi ha permesso non solo di immergermi in modo
differente nella storia, ma anche di lasciarmi travolgere da tutto ciò che di essa
colpiva il mio cuore.
“A volte siamo costretti a prendere delle decisioni che non
ci piacciono. Altrettante non siamo pronti a prenderle
ma siamo costretti a farlo”.
Questo romanzo l’ho apprezzato enormemente per una ragione ben precisa: non
tanto per la trama, comunque veramente bella e che mi ha trattenuta a sé fino
all’ultima pagina, quanto per il fatto che, di riga in riga, sembrava di leggere
l’anima dell’autrice.
Empaticamente parlando, sembra che ella qui stia parlando a tutti coloro che
hanno deciso di tenere in mano il suo libro e, tramite le 270 pagine di cui si
compone, il suo cuore.
Non c’è frase, domanda, riga, citazione o parola straniera utilizzata che non
sembri essere venuta dal suo profondo.
È come tenere in mano un diario che potrebbe fare apparire l'autrice forse un po’
vulnerabile, ma che in realtà dimostra la sua forza d’animo pazzesca.
Dopo questo libro mi sembra di conoscere Giordana un po’ di più e, per questo,
il desiderio di andare da lei e abbracciarla perché una vulnerabilità tale è stata
rara per me da trovare in questo anno appena trascorso è grande.
Sempre a livello emotivo, mi sono sentita vicina ai personaggi.
Magari non ho potuto interiorizzare appieno con il loro modo di fare e le loro
scelte perché le loro situazioni sono molto distanti da ogni cosa che io abbia mai
vissuto (che sogno però sarebbe essere amica di un idol e decidere di cambiare le
carte in tavola per vivere in Corea), ma emotivamente mi sono sentita parte del
gruppo.
Ho riso dalla gioia quando la protagonista ha riabbracciato Min-so, sorella di
Jonghyun (n/a off topic: mi sono esercitata nello scrivere i loro nomi senza
sbagliare, vorrei che venisse messo agli atti perché nonostante guardi tanti k-
drama, i nomi sono stati sempre un mio punto debole) e lui medesimo, ho pianto
nei momenti in cui sembrava che davvero potessero aprire le loro ali e volare
liberi da ogni problematica relativa alle loro vite e carriere.
“Sono sempre venuto qui. […]
Ogni prima neve, tutte, ognuna di loro l’ho vista qui.
Esattamente in questo punto. […]
Ora che sei qui non posso averti. Sei ad un passo da me.
Mi basterebbe farne uno in avanti per cambiare il nostro
mondo, per mettere le ali ad entrambi, ma non lo farò, non
così, non sotto questa prima neve e non sopra Seoul, non
mentre tutti ci guardano, non mentre io rischio la carriera e
tu rischi me.
Quando succederà , quando io azzererò la distanza tra noi,
voglio che sia un momento nostro, intimo, che nessuno potrÃ
mai immaginare all’infuori di noi”.
Ciò che è accaduto in me attraverso questo libro è però paragonabile a ciò che è
avvenuto quando ho visto per la prima (e ultima) volta La La Land.
Non riesco ad accettarne il finale. Questo non perché esso non sia “abbastanza”,
ma perché mi spezza il cuore.
Non riesco. Pertanto, spero che Giordana possa perdonarmi quando dico che
vorrei che L’Epilogo non esistesse.
So che questa è la loro storia e nessuno può permettersi di intromettersi negli
avvenimenti tagliando a piacimento le parti che più non piacciono, io medesima
ho scritto un libro in cui il finale è più amaro che dolce, ma…Al momento non
riesco ad accettare un finale triste; quindi, il mio cuore al momento punta sulla
loro storia, felice.
Come da Noi siamo infinito, “Ora lo vedo: il momento in cui sai di non essere
una storia triste, sei vivo, e ti alzi in piedi, e vedi la luce dei palazzi, e tutto
quello che ti fa stare a bocca aperta. E senti quella canzone, su quella strada,
insieme alle persone a cui vuoi più bene al mondo, e in questo momento, te lo
giuro, noi siamo infinito!", per me tutti loro sono infiniti, più vivi e felici che
mai nella mia testa.
Non posso dunque fare a meno di ringraziare Giordana che, nonostante tutto, un
barlume di lieto fine vi è: nei momenti più bui magari può sembrare più giusto
appoggiarsi ad esso; in quelli più lieti, magari, si è capaci di affrontare anche la
tragedia.
Questo libro è stato per me ciò che Yoon è stato per Park Mirea e Jonghyun:
“[…] un punto di riferimento, l’Ã ncora a cui io e Jonghyun
ci aggrappavamo quando sentivamo di stare per sprofondare
nell’oblio.
E funzionava. Yoon ci ascoltava davvero e ci aiutava tanto,
più di quanto potesse immaginare”.
Suggerirei questo libro? Credo si sia già capito, ma per me è più che un sì.
La scrittura dell'autrice è migliorata notevolmente e la storia riesce a trascinarti
in un turbine di emozioni da cui è impossibile sfuggire.
Magari inizialmente sembrerà strana, qualora non aveste letto un romanzo con
questa struttura da tanto, la forma quasi “diaristica” che il romanzo ha; a volte
passare da un capitolo all’altro potrà sembrare brusco, ma sappiate che tutto ha
senso, nulla è lasciato al caso e dopo un poco neanche ve ne accorgerete più.
Inoltre, in modo tanto delicato quanto diretto, vi sono certi passaggi che non solo
toccano emotivamente, ma ti spingono alla riflessione sui più svariati argomenti:
amore per sé stessi, l’importanza di un abbraccio e di una amicizia sono solo
alcuni esempi.
Lasciandovi dunque con un’ultima citazione, vi auguro davvero di recuperare questa storia.
“Vedete, gli abbraccio racchiudono tante cose.
Gli abbracci possono essere dati quando si è felici o quando
si è tristi, quando si ha bisogno di aggrapparsi a qualcuno o
di fare del bene all’altro. E quando abbracci una persona,
potrai fare soltanto due cose: spezzarle il cuore in mille pezzi,
oppure prendere quei mille pezzi e ricucirli insieme.”
Non smettete mai di avere cura di voi stesse e delle persone che amate.
Cercate le vostre farfalle blu e arancioni e fate sì che esse siano libere di volare
verso i loro sogni, amandole in ogni momento, anche in quelli che vi sembrano
troppo difficili.
Ps. Grazie alla Playlist posta alla fine del romanzo ho scoperto innumerevoli
canzoni che adesso ascolto a ripetizione, è stata veramente una splendida idea!
Lo stesso pensiero lo ho per il glossario, molto utile per tutti i termini coreani
utilizzati nella narrazione.
Tutte queste accortezze, insieme ad una grafica pazzesca (che ho potuto vedere
meglio anche grazie alle stories di Giordana nel suo profilo IG, nelle quali ha
presentato la copia cartacea del suo romanzo) hanno reso ancora più delicata e
potente questa lettura.
Davvero grazie per avermi permesso di leggere questa storia!
Un abbraccio,
→Federica.
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