Recensione: "Le ossa della principessa" [A. Gazzola]



Recensione: LE OSSA DELLA PRINCIPESSA
[A.GAZZOLA]

                                                                                     
Buongiorno a tutti! Finalmente ritorno sul blog con delle nuove recensioni.
Oltre a questa, verranno pubblicate anche le recensioni dei manga “Kodomo no Omocha” e “Pretty Guardian Sailor Moon”!
ATTENZIONE: LA SEGUENTE RECENSIONE CONTIENE SPOILER. 






Titolo: Le ossa della principessa
Autrice: Alessia Gazzola

Distrubuito da: TEA Edizioni
Anno di uscita: 16 gennaio 2014
Genere: narrativa, mystery


Trama in poche frasi: Benvenuti nel grande Santuario delle Umiliazioni. Ossia l'istituto di medicina legale dove Alice Allevi fa di tutto per rovinare la propria carriera di specializzanda. Se è vero che gli amori non corrisposti sono i più strazianti, quello di Alice per la medicina legale li batte tutti. Sembrava quasi che la sua tormentata esistenza in Istituto le avesse concesso una tregua, quanto bastava per provare a mettere ordine nella sua sempre più disastrata vita amorosa, ma ovviamente non era così. Ambra Negri Della Valle, la bellissima, brillante, insopportabile e perfetta Ape Regina, è scomparsa. Difficile immaginare una collega più carogna di lei, sempre pronta a mettere Alice in cattiva luce con i superiori, come se non ci pensasse lei stessa a infilarsi nei guai, con tutti i pasticci che riesce a combinare. Per non parlare della storia di Ambra con Claudio Conforti, medico legale affermato e tanto splendido quanto perfido, il sogno proibito di ogni specializzanda... E forse anche di Alice. Ma per quanto detesti Ambra, Alice non arriverebbe mai ad augurarle la morte. Così, quando dalla procura chiamano lei e Claudio chiedendo di andare a identificare un cadavere appena ritrovato in un campo, Alice teme il peggio. Non appena giunta sulla scena del ritrovamento, però, mille domande le si affollano in mente: a chi appartengono quelle povere ossa? E cosa ci fa una coroncina da principessa accanto al corpo?


Per chi mi segue su Instagram, sa bene che l’acquisto di questo libro è stato fatto solo per un mero attimo di “lasciamo che l’istinto mi faccia scegliere la mia nuova lettura” e devo dire che tutto sommato non è andata così male. 
Fregandomene della serie di cui fa parte questo romanzo (il quarto de “L’allieva”), ho difatti deciso di leggerlo in maniera del tutto autonoma dai precedenti.
A parte alcuni dettagli e, ovviamente, dei riferimenti a relazioni e ad avvenimenti che sono avvenuti nei romanzi precedenti la storia può essere ben compresa anche leggendo tale storia separata dal resto dei romanzi: ciò è dovuto al fatto che le indagini relative al nuovo caso (che talvolta vede come sfortunata protagonista e vittima Viviana, un’archeologa) catturano gran parte dell’attenzione del lettore e anche il maggior numero di “pagine” all’interno dell’opera.

Partendo proprio da questo particolare, ho apprezzato gli intrighi e le indagini relative alle “ossa della principessa” (la quale terminologia ha una dualità: è infatti riferita sia alle ossa della defunta Viviana e di cui la protagonista -Alice Allevi- si occupa insieme all’ispettore Calligaris e al suo superiore Claudio Conforti, sia alle ossa di una antica principessa che la vittima dell’omicidio aveva trovato nei giorni precedenti alla sua morte).  Ãˆ stato interessante leggere gli sviluppi della vicenda e conoscere pian piano tutti i possibili sospettati sino a giungere ai reali colpevoli. Oltre ad essere interessanti tali indagini, lo sono state anche quelle relative alla scomparsa di Ambra Negri Della Valle, collega di Alice all’Istituto di Medicina Legale di Roma e da lei soprannominata “ape regina”.

I luoghi di questo racconto scritto da Alessia Gazzola sono principalmente due: Roma e Israele. Inoltre, vengono citati alcune città siciliane (Ragusa, Taormina e Catania): ho apprezzato molto questi collegamenti perché, essendo io medesima siciliana e vivendo in quelle zone, ho potuto sentire vicinissime a me alcune delle vicende narrate. 

Per quanto i personaggi, sarò sincera: ho trovato piuttosto difficile il riuscire a farmi piacere il comportamento di Alice nella sua vita privata. L’eterna indecisione fra Claudio e Arthur è stata da me “comprensibile” per i primi capitoli, ma dopo un po’ ha iniziato a darmi parecchio sui nervi. Non nascondo infatti che, quando in uno degli ultimi capitoli giunge attraverso i telegiornali la notizia della morte di Arthur, io abbia tirato un sospiro di sollievo: questo mi è apparso come il colpo di scena che finalmente occorreva per dare una svolta d’oro alla trama.
Inutile dire (mi scuso con i fan di questo personaggio) che ci sia rimasta parecchio male quando ho letto che si trattava solo di una fake-news.
Della relazione con tale ragazzo ho apprezzato però il rendersi conto (finalmente!), a fine libro, che ciò che vi era stato in passato fra i due non sarebbe mai più ritornato. È stata una bella scena e, anche se non un plot-twist eccelso come lo sarebbe stato la morte del ragazzo, l’ho comunque trovato piacevole. 
Per quanto riguarda il suddetto “giovane Malcomess” Arthur, non ha mai catturato il mio cuore. Mi è sempre apparso come una persona che tiene solo a sé stesso e mai realmente ad Alice (nonostante le belle parole che le proferisse di volta in volta in chiamata o di persona: “I missed you, Elis.” ne è un esempio.)

Ulteriori personaggi degni di nota sono stati Claudio Conforti, l’ispettore Calligaris e Ambra. 
Il primo viene presentato come il tipico stronzo senza cuore: nell’arco della vicenda egli è però sempre più attratto da Alice e, seppur vi sia un apparente ritorno di fiamma con Arthur, non demorde nel voler conquistare il cuore della ragazza. Chissà se nei romanzi successivi riuscirà a farcela.
Calligaris mi è invece parso come un uomo amabile e protettivo nei confronti di Alice. La sua presenza all’interno della vicenda è stata da me molto apprezzata, soprattutto perché è uno dei pochi a dare (quasi) piena fiducia alle intuizioni di Alice (che tra l’altro, ritengo che sarebbe ottima nel ruolo di ispettore piuttosto che di medico legale).
Infine, il personaggio che maggiormente ho preferito fra tutti è quello di Ambra: ella è rappresentata come una ape regina, colei che distrugge i cuori e i sentimenti altrui per semplice piacere e inizialmente è davvero così. Attraverso i ricordi della vittima (Viviana) e di uno degli indagati che la conoscevano dai tempi del ginnasio, è possibile comprendere appieno il suo modo d’essere di quei tempi. È stato davvero meraviglioso vedere poi la crescita che la vede protagonista in questo quarto romanzo: il capitolo a lei dedicato quando viene finalmente ritrovata da Alice e Calligaris è stato davvero splendido da leggere.
Ambra infatti, dopo anni passati a svolgere una professione di cui poco le importava e che anzi, aveva sempre detestato, è riuscita ad allontanarsi da tutto e da tutti per “rinascere” e vivere appieno la vita che aveva sempre desiderato di poter avere a Tel Aviv. 

Infine, concludo dicendo che l’idea di utilizzare come “titoli” per i capitoli citazioni prese da libri, poesie e da innumerevoli autori è stata splendida.
Ogni volta non vedevo l’ora di concludere un capitolo per scoprire quale frase fosse stata usata nel successivo. 

Che dire, consiglio questo libro? In linea di massima sì, è una lettura piacevole seppur non degna di chissà quale nota. È più una lettura che suggerisco per chi desidera rilassarsi in compagnia di una storia leggera che gli faccia compagnia!

A presto con una nuova recensione,


Federica.

0 Commenti