Recensione: "Percy Jackson - Il ladro di fulmini" [R.Riordan]






Recensione: PERCY JACKSON – IL LADRO DI FULMINI

[R.RIORDAN

                                                                                     
Buon pomeriggio e “benvenuti” in questa nuova recensione.
A seguito della precedente dedicata alla trilogia “The Kane Chronicles”, ho deciso di dedicare un piccolo articolo anche al primo libro della saga che dal 2012 fa parte integrante del mio cuore: 






Titolo: Percy Jackson – Il ladro di fulmini
Autrice: 
Rick Riordan  
Distrubuito da: Mondadori
Anno di uscita: 2010
Genere: fantasy, mitologia greca
Trama in poche frasi: Percy Jackson non sapeva di essere destinato a grandi imprese prima di vedere la professoressa di matematica trasformarsi in una Furia per tentare di ucciderlo. Le creature della mitologia greca e gli dei dell'Olimpo, in realtà, non sono scomparsi ma si sono semplicemente trasferiti a New York, più vivi e litigiosi di prima. Tanto che l'ultimo dei loro bisticci rischia di trascinare il mondo nel caos: qualcuno ha rubato la Folgore di Zeus, e qualcuno dovrà ritrovarla entro dieci giorni. Sarà proprio Percy a dover indagare sull'innocenza di Poseidone, dio del mare e padre perduto, che l'ha generato con una donna mortale facendo di lui un semidio. Nuove gesta e antichi nemici lo aspettano, e non saranno solo lo sguardo di Medusa e i capricci degli dei ad ostacolare la ricerca della preziosa refurtiva, ma le parole dell'Oracolo e il suo oscuro verdetto: un amico tradirà, e il suo gesto potrebbe essere fatale... 

Sarò sincera: fosse per me pubblicherei un articolo per ogni volume di questa saga, ma mi rendo conto che sarebbe piuttosto monotono, quindi mi accontento di scrivere a riguardo questo primo volume per poi chissà, in futuro pubblicare qualcosa a riguardo i successivi. 
Ma bando alle ciance!

“Il Ladro di Fulmini”è il primo volume di cinque della prima saga dedicata al personaggio di Percy (Perseus) Jackson ed è stata scritta, come già specificato sopra, da Rick Riordan.

In questo primo libro prendiamo per la prima volta parte della quotidianità del ragazzino qui dodicenne, il quale, a causa della sua iperattività e strani eventi che accadono in sua presenza, è costretto a cambiare scuola pressoché annualmente.
Perseus vive dunque una vita tutt’altro che semplice, ma prova a non darsi mai per vinto grazie alla presenza costante della madre, che lo incoraggia a non mollare mai in qualsiasi situazione egli si ritrovi ad affrontare (tra cui la “quotidianità” in casa in cui Perseus viene costantemente maltrattato dal patrigno, il quale, quando non impegnato nel rendere difficile la vita del ragazzo, passa le giornate a giocare a poker bevendo birra con i suoi amici).
Le vicende di Percy prendono piede in particolare modo durante l’ultima gita scolastica che egli si ritrova a fare: una Furia, mascherata dalla sua professoressa di matematica grazie alla Foschia, lo attacca ed egli riesce a salvarsi usufruendo di una penna a sfera che, a lui donata dal suo insegnante di storia, si trasforma in Anaklusmus, una spada. 


Poi successe una cosa pazzesca.
I suoi occhi si incendiarono come due tizzoni del barbecue. Le sue dita si allungarono in artigli.
 Il giubbotto si fuse in grandi e ruvide ali di pelle.
Non era più umana.
Era una megera avvizzita con le ali da pipistrello,
gli unghioni e la bocca piena di zanne ingiallite,
e stava per ridurmi in pezzettini!”

Da tale evento in avanti, la vita di Perseus cambia totalmente: egli scopre difatti che il suo migliore amico Grover è in realtà un satiro, che il suo professore di storia non è nient’altro che il famosissimo Chirone di cui ha sentito parlare nelle storie riguardanti la mitologia greca e che lui medesimo non è in realtà completamente umano: Percy scopre di essere un semidio, nato da madre mortale e dal dio dei mari Poseidone. 

In men che non si dica il ragazzo si ritrova catapultato nel Campo Mezzosangue, un campo protetto da una barriera magica grazie al pino di Thalia (semidea che in tempi passati perse la vita per proteggere i suoi amici) in cui i semidèi vivono protetti dai pericoli che incombono nel mondo, primi fra tutti gli attacchi dei mostri degli Inferi.
Qui fa la conoscenza di Annabeth Chase, figlia di Atena, e di Luke Castellan (figlio di Ermes); inoltre prende coscienza di essere destinato ad un’Impresa: quella di riportare al legittimo proprietario (Zeus) la Folgore che è andata perduta.

– Se la Folgore non viene trovata e restituita a Zeus
prima del solstizio, sarà la guerra.
E tu sai come sarebbe una guerra vera e propria,
Percy?
- Brutta?
- Immagina il mondo nel caos. Gli dei dell’Olimpo costretti a schierarsi fra Zeus e Poseidone. La civiltà occidentale trasformata in un campo di battaglia tale
che la guerra di Troia al confronto sembrerà
una bravata coi gavettoni.
- Brutta – conclusi.”



Ciò che ho amato di questo volume non è solo il modo in cui è stato scritto (la scrittura di Rick Riordan risulta leggera, ma mai scontata), ma anche il modo in cui le vicende sono caratterizzate: in questo primo libro non sono presenti chissà quali colpi di scena (a parte ovviamente quelli vissuti dal protagonista nello scoprire la sua vera natura), ma l’Impresa del ragazzo e delle avventure che egli vive insieme ad Annabeth e Grover per ritrovare la folgore sono davvero divertentissime da leggere.
I personaggi, qui pressoché dei bambini, hanno degli atteggiamenti che risultano perfetti per l’età avuta. Inoltre, seppur sia costante la presenza di ironia all’intero dell’intera storia, questa non è mai eccessiva.

Io ho detto ciao al barboncino.
Anche tu dirai ciao al barboncino.
Il barboncino ringhiò.
Dissi ciao al barboncino.”


L’intero libro è narrato attraverso il punto di vista di Percy e penso che questa sia stata una scelta azzeccatissima: in primo luogo perché porta il lettore ad immedesimarsi perfettamente con il protagonista (cosa che accade in particolar modo se il lettore ha la medesima età di Percy), ma anche perché le vicende in tal modo assumono delle caratterizzazioni soggettive che andrebbero perse se vi fosse invece un punto di vista differente, come quello alla terza persona (presente invece nella seconda parte della saga, dal “Figlio di Nettuno” in poi).

Ritengo che la saga di Percy Jackson sia un MUST da leggere. E’ leggera, porta il lettore a conoscere nuove particolarità della mitologia greca che si è tendenzialmente portati a dimenticare e si viene trasportati in un mondo meraviglioso (e al contempo pericolosissimo) fatto di avventure e combattimenti!

Avrei tanto altro da dire a riguardo, ma penso che se continuassi non concluderei mai questo articolo! Spero comunque di avervi incuriosito, ci si legge alla prossima recensione.


 

Federica.




0 Commenti