Recensione: “LE SFIDE DI APOLLO – LA TORRE DI NERONE”
[JOHN MCDILLAN]
Buonasera viaggiatori e benvenuti in una nuova recensione!
Oggi parliamo di:
Trama: Non è mai facile parlare di qualcosa di nuovo. Le novità sono imprevedibili, talvolta strambe e pazzesche: si consumano rapidamente come l'erba al sole, o garantiscono un successo solido e longevi come una quercia. Il Bizzarrismo è la novità di questo decennio: è un agglomerato di stranezze che impattano sui tuoi occhi alla stessa stregua di un palazzo fucsia in mezzo alla campagna. È fantasioso: non infantile, bensì comico, irruento, inopportuno e sgangherato. Ogni lettore si troverà davanti una serie di parole a cui dare un senso, anche se di primo acchito sarà impossibile farlo. Ciascuno potrà dare un significato tutto suo, tutto ciò che la propria mente bacata gli permetterà di fare. Non è un relativismo: tre persone che si trovano in una stanza non diventeranno nove, secondo lo stile di Pirandello, ma potrebbero diventare zebre, sia bianche con le strisce nere, che nere con le strisce bianche. Tu sarai il padrone del testo. L'inchiostro prenderà vita e si muoverà secondo la tua volontà . E arriverai ad odiarlo, perché è incomprensibile, ma ad amarlo, perché incomprensibilmente meraviglioso. |
Ogni qualvolta che un autore mi propone, in maniera gentile, una sua opera, sono ben felice di accettare un’eventuale collaborazione.
Mi fa piacere per due motivi: il primo è che sono felice che tale autore abbia fiducia nell’affidarmi il suo lavoro per una lettura e una annessa recensione; il secondo è che trovo sempre emozionante trovare nuovi mondi da esplorare: è un qualcosa che riempie il mio cuore di gioia.
Potevo dunque rifiutare di leggere una storia che mi è stata proposta con grande professionalità e gentilezza da un autore che non rivela la sua identità e che ha addirittura creato un proprio movimento? Ovvio che no.
Vi presento dunque, con immenso piacere a dirla tutta, le “17 Novelle Bizzarre + 1” presenti in questo volume appartenente al Bizzarrismo.
È meraviglioso come, sin dalla “Prefazione che sa d’avvertenza” mi sia sentita come a casa: essendo attratta dalle novità (anche se talvolta il cambiamento un po’ mi spaventa ... che razza di paradosso vivente che sono!) e dal carattere imprevedibile della vita, mi sono un po’ rispecchiata in esso ed è stato davvero bello.
Oltretutto, sin dalla medesima Prefazione si denota subito il carattere pazzesco dell’intero libro e suo concept.
“Ogni lettore si troverà davanti una serie di parole a cui dare un senso, anche se di primo acchito sarà impossibile farlo. Ciascuno potrà dare un significato tutto suo, tutto ciò che la propria mente bacata gli permetterà di fare.”
Questo stralcio che vi ho appena riportato poi, ammetto di averlo considerato come un piccolo (primo tra tanti) colpo di genio.
Avendo da poco studiato come da una singola parola possa scaturire un intero universo di storie, il sorriso è nato spontaneo sul mio volto.
Leggendo tale libro ho come avuto la sensazione che l’autore avesse preso a cuore (mettendo in pratica brillantemente) qualche nozione della “Grammatica della fantasia” di Gianni Rodari: è stato per me divertente, strepitoso e magico leggere di fucili che sparavano bolle di sapone e sciarpe suonatrici di arpe (per proporvi qui due soli esempi di ciò che in questo libro vi aspetta).
Lo stile è “stretto”: è composto perlopiù solo da sprazzi di conversazione e qualche descrizione, entrambe catturate un po’ dappertutto nella realtà che circonda i differenti protagonisti delle vicende narrate nelle differenti novelle.
È stato come leggere i dialoghi di un fumetto senza però le vignette: questo volume lascia un grande spazio all’immaginazione, la quale, facendo ausilio delle concise quanto brillanti parole inscritte dall’autore, illustra per il proprio sé ogni esperienza presente nelle 160 pagine complessive dell’opera.
È un’opera peculiare e con tale termine non intendo darle una connotazione negativa, anzi. È stata una lettura estremamente piacevole che ho notevolmente apprezzato, soprattutto perché effettuata in un periodo di grande stress causato dalla sessione: è stata LA lettura che mi ha fatto ritornare il sorriso nei giorni in cui, troppo stanca per arrivare agli obiettivi prefissati per quelle determinate giornate, stava sempre lì ad accogliermi a braccia aperte.
Tra spaghetti a vetro e situazioni pazzesche, è stato dunque impossibile per me non rimanerne incantata.
“Il bambino, notando che il Bizzarrante s’incantò fissando il vuoto, chiamò il padre, perché quel silenzio era diventato troppo acuto tanto da causargli imbarazzo e poi
perché non aveva capito bene il senso di quello strano individuo che era lì, per mostrar d'esser un presunto bizzarrista...
Dunque, il padre si avvicinò allo stand indicatogli dal suo bambino.”
Un ulteriore fattore positivo di questo libro sapete qual è?
Che in mezzo a frasi che possono sembrare insensate, in realtà un senso immenso c’è;
tutto è bizzarro e sembra strano andare quasi a cercare quei brevi (seppur potenti) legami con la realtà che ci circonda, ma in verità essi ci sono; anzi, sono più che presenti. Basta solo saperli cogliere per trasportarli nel nostro mondo e rendere la realtà che ci circonda un po’ più magica del previsto. Ho trovato questo fattore davvero splendido, in quanto le frasi qui presenti riescono ad insegnare e indicare tante veridicità attraverso una brevissima serie di parole.
“C'è gente che continua a masticare fragili parole di vetro in circolazione: perché io non dovrei masticare del vetro vero, eh?!”
Talvolta nodi in gola sono giunti sino a me dai personaggi che si sono dovuti confrontare con Normalodi che, con grande presunzione e altezzosità , hanno cercato di rendere nulli, a loro detta, loro “diversi”.
Abbracciare le proprie peculiarità , le proprie “bizzarrie”, è stato sempre difficile per me, ma col senno di poi sono estremamente grata del percorso compiuto. E adesso, ad onore del vero, mi verrebbe solo voglia di abbracciare forte questi personaggi “maltrattati” dai normaloidi solo perché questi ultimi non li comprendono e ne hanno il timore perché diversi.
A volte, forse troppe volte in verità , ci si dimentica di quanto meraviglioso ed incantevole sia il diverso e di quanto sia stupido averne paura o pensare di dovergli stare alla larga perché non conforme a ciò che si pensa sia la società che ci circonda.
“Il Bizzarro fece un cenno di scuse, poi mise la mano nella tasca zeppa di cianfrusaglie del suo giaccone marrone
e diede una normale caramella al miele al bambino sfiziandosi un lieve sorriso di sollievo.
Poi si ritirò lentamente nella sua tenda rossa: con un gruzzolo di malinconia alla gola...”
Un altro fattore che ho amato di queste novelle è che di volta in volta si toccano temi fondamentali: la fragilità e allo stesso tempo “tagliezza” (passatemi il termine) delle parole che possono ferire più del vetro oppure del tempo che non risparmia e che continua a scorrere inesorabile, non perdendo di vista nulla.
In “17 Novelle Bizzarre + 1” poi, figuratevi quanti altri splendidi temi vengono affrontati con astuzia, intraprendenza e grandissimo ingegno dell’autore (o autrice!) che si cela dietro quest’opera.
Ulteriore elemento che ho apprezzato sono state le illustrazioni presenti di tanto in tanto tra una novella e l’altra: sono illustrazioni lievi, che rappresentano dei dettagli particolari, e che ho apprezzato anche perché, oltre a dare un distacco veramente molto bello tra lo scritto e l’immagine, sono anche fatti a mano. Questo dettaglio si vede e mi ha permesso di apprezzarle ancora di più.
Per concludere, vi parlo in breve anche di una ulteriore novella tra quelle qui presenti che ho amato (anche se in verità , sono sincera, le ho apprezzate davvero tutte), “L’inchiostro in persona”.
In essa vi è un piccolo omino, Inky, che altro non è che uno schizzo di inchiostro sulla carta.
Inky ha visto tutto (e anche vissuto in tutto) ciò che è stato scritto nel corso della storia;
perché questa novella mi ha colpita?
Perché io amo scrivere e non intendo la tipica scrittura al computer: amo scrivere a mano, “pasticciare” (come dicevo da piccola) i fogli con la mia grafia a volte un po’ carina e altra volte un po’ brutta a vedersi;
amo vedere le mie mani sporche di inchiostro e di pennarelli colorati a seguito della scrittura di una qualsiasi cosa, che essa sia una sola frase o un intero testo.
Non riesco a spiegarlo a parole perché è semplicemente una cosa che mi rende felice e come tale, ovvero una cosa tanto semplice quanto importante perché mi trasmette tranquillità e contentezza, fa parte e basta del mio cuore senza bisogno di molte parole per descriverla.
Ecco, dunque, perché ho amato questa novella.
Perché, come viene scritto nel libro,
“L'Inchiostro vive perché chi scrive vive... Respira, piange, sorride, sospira... E ogni sbavatura, ogni difetto... Qualifica quella scritta come unica. Inimitabile. Una scritta che nemmeno un imitatore impeccabile può copiare. Ogni scritta ha la sua storia, la sua gioia, il suo pianto. No cari miei. Non esiste alcun odioso copia-incolla. Vita. L'Inchiostro è vita. Scrivete e vivrete ancor di più..."
E con questo direi che tutto ovviamente non è, nel senso che potrei stare qui a discutere su questo libro per molto tempo ancora, ma… potrei mica togliervi la sorpresa di leggerlo? Ovvio che no!
Quindi, arrivando al dunque...Lo consiglierei? Si! Moltissimo! Non aspettatevi il tipico libro di sempre; “17 Novelle Bizzarre + 1” un qualcosa di nuovo, diverso, dinamico e pazzesco!
Ringrazio di cuore l’autore per avermi proposto questa collaborazione, è stato un onore leggere questo volume, dico davvero.
Grazie dunque di cuore per avermi mandato una copia digitale dell’opera!
Buona immersione nel Bizzarrismo a tutti!
Un abbraccio,
→Federica.
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