Recensione: "Il priorato dell'albero delle arance" [S. Shannon]


Recensione: “IL PRIORATO DELL’ALBERO DELLE ARANCE”
[SAMANTHA SHANNON]

                                                                                     

Un saluto a tutti voi viaggiatori e benvenuti in una nuova recensione!

Il libro che vi presenterò oggi mi è stato gentilmente offerto dalla Oscar Mondadori Vault (LINK) .
Vi ringrazio di cuore per la comprensione riguardo il ritardo e il non avermi messa al rogo, siete magnifici.
…E sappiate che mi avete anche emozionata tantissimo con le vostre risposte su Instagram, vi adoro dal profondo del mio cuore.

Bando alle ciance, oggi parliamo di: 





Titolo: Il priorato dell’albero delle arance.  Distribuito da: Oscar Mondadori.

Data di uscita: 2019.
Genere: Fantasy, Letteratura e narrativa.
Autore: Samantha Shannon.

Trama:La casa di Berethnet ha regnato su Inys per mille anni ma ora sembra destinata a estinguersi se la regina Sabran IX non si sposerà e darà alla luce una figlia. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra della corte. A vegliare segretamente su Sabran c'è Ead Duryan, adepta di una società segreta che, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys... Tra draghi, lotte per il potere e indimenticabili eroine, l'epico fantasy al femminile per il nuovo millennio.




Il libro si apre con una narrazione diretta degli eventi: nessuna spiegazione iniziale che possa indurre il lettore ad una prima raccolta di informazioni utili alla costruzione nella sua mente del world-building in cui l’autrice fa svolgere le vicende, nessuna presentazione dei personaggi.

Sin dalla prima pagina il lettore si ritrova catapultato nelle vicende che piano a piano inizieranno a catturarlo sempre di più durante la lettura; inoltre, ci si ritrova faccia a faccia, dopo poche pagine, con l’apparizione di una creatura tanto maestosa quanto (a primo impatto e nei pensieri comuni) paurosa: un drago (anche se poi si viene a scoprire che non tutti i draghi sono realmente paurosi…). 

Nonostante l’impatto con questo libro sia stato piuttosto confusionario per me (all’inizio ho trovato qualche difficoltà nell’ambientarmi e nell’avere chiare le dinamiche della storia), anche le prime pagine mi hanno riservato qualche sorpresa.
Sembrerà sciocco, ma vi sono stati dei passaggi, mi riferisco in particolare modo descrizioni relativi alla prevedibilità delle giornate vissute da uno dei personaggi, che mi hanno fatta sorridere.
Difatti, mi sono ritrovata a comprendere perfettamente il modo di sentirsi dell’essere rinchiusi nella prevedibilità e nel desiderio, non ancora realizzabile, di valicare i confini del luogo nel quale ci si trova.



“Tutti i giorni lo stesso rituale; la prevedibilità era la sua salvezza. Per prima cosa si recava dal Mastro delle Poste, che non aveva mai lettere per lei. Quindi si spingeva fino ai cancelli e da là scrutava in direzione di Ascalon, immaginando il giorno in cui avrebbe potuto attraversare la città e continuare a camminare fino al porto e alla nave che l’avrebbe riportata a Lasia, la sua terra. A volte intravedeva qualcuno di sua conoscenza, e allora si scambiavano un cenno impercettibile.”

È stato assurdo per me trovare in certe righe, come quelle sopracitate, forti riferimenti (involontari) alla realtà che stiamo vivendo. È come se la storia di alcuni personaggi de “Il priorato” si fosse in un certo qual modo legata al modo in cui viene al momento vissuta quella delle persone del mondo reale: ciò mi ha permesso di “evadere” dalle mura della mia casa e di entrare ancora più in sintonia con le personalità presenti in queste pagine.

A livello stilistico, una cosa che ho avuto il piacere di notare sin dalle prime righe, è il modo accurato in cui la Shannon si premura di descrivere le conversazioni, le azioni e i gesti compiuti da tutti i personaggi. Nonostante all’inizio, ovviamente, non conoscessi nessuno di loro, ho potuto ricostruire i loro passi e immedesimarmi negli episodi che li vedevano come protagonisti (vedasi come esempio i personaggi Niclays e Sulyard prima e la prima apparizione di Ead poi).

Altra nota positiva in favore del romanzo è sicuramente la grande varietà di personaggi in esso presenti. Essendo questo volume composto da circa 1.000 pagine, è stato possibile per l’autrice descrivere al meglio ognuno di essi nel corso della storia. Tutti si differenziano dagli altri a partire dai lineamenti e dal colore della pelle, alla personalità.

Inoltre, sono molti i personaggi femminili forti all’interno di questa storia. Questo è dovuto anche al fatto che, soprattutto nel regno di Inys (uno tra quelli descritti), è presente una società matriarcale. Con ciò non voglio riferirmi alle donne presenti nel romanzo come “le più forti, le più austere, le più inverosimili e superiori agli uomini presenti”: io mi riferisco a tali personaggi in primis di persone, senza differenziazione di genere. Di tutti vengono mostrati le loro sfaccettature: sia riguardo i momenti di forza che di grande debolezza e paura. I personaggi di Samantha Shannon sono umani ed è questo ciò che mi ha catturata.
Inoltre, è stato un piacere per me leggere le speculazioni e modi di approcciarsi alle situazioni che venivano poste davanti ad ognuno di loro, anche quelle più che potrebbero apparire banali conversazioni (come nel caso di Ead e Truyde nelle prime pagine):

“Agli occhi di una giovane donna, il mondo intero è una gabbia.”
[…]
“Leggere» ripeté Ead con dolcezza. «Un passatempo pericoloso.»
Truyde la fulminò con lo sguardo. «Ti prendi gioco di me.»
«Niente affatto. Le storie contengono un grande potere.»
«Tutte le storie nascono da un seme di verità» disse Truyde. «Sono sapienza che si fonda sulla rappresentazione simbolica.”

Andando avanti con la lettura, le cose hanno iniziato pressoché immediatamente a farsi più interessanti: sono stati rivelati i primi sotterfugi d’amore e sono state narrate dagli stessi personaggi le leggende che fanno da cardine al mondo ideato dall’autrice.
Hanno pertanto cominciato ad apparire le prime tracce di magia e le differenti religioni vengono fatte presenti: da questi momenti in poi sono stata letteralmente catturata dalle pagine de “Il Priorato”. 
I quattro personaggi principali, ovvero Ead, Loth, Niclays e Tanè sono infatti legati a differenti credenze e origini. È attraverso loro (e alla magistrale bravura della scrittrice nel narrare in maniera perfettamente calibrata ogni evento accaduto nei differenti punti di vista e capitoli dedicati) che si viene piano a piano a conoscenza delle diverse credenze e regioni politiche e culturali presenti nel mondo de “Il priorato dell’albero delle arance”. Le vicissitudini che accadono a causa delle prime nelle seconde riescono ad attrarre sempre più, lasciando le pagine scorrere ad una velocità inaudita sotto lo sguardo del lettore. Oltretutto, alcune delle dinamiche presenti nel romanzo sono spiegate non da descrizioni esterne, ma dai personaggi stessi attraverso ricordi, conversazioni e azioni: ho trovato questo fattore davvero ottimale per mantenere la mia attenzione viva sulle pagine. 

I personaggi, inoltre, come sopra accennato, si comportano in modo realistico. Con ciò non mi riferisco solo al mostrarsi delle loro debolezze o forze, ma anche al modo in cui ognuno di essi ha una storia a sé, i propri problemi e i propri modi di approcciarsi alla vita.
Di conseguenza, il lettore riesce a trovare almeno un personaggio che più gli sia vicino per modi di riflettere o possibilmente, anche di agire.
Non sono mancati  episodi in cui determinati personaggi desideravano vedere realizzato qualcosa anche a discapito di altri: si è giocato con le vite e i sentimenti altrui e ho trovato ciò come un’ulteriore metafora con il mondo reale.
Ancora in relazione alla realtà, non sono mancate anche alcune conversazioni che concernono le difficoltà nel raggiungere un determinato obiettivo o di farsi valere. Un punto che sicuramente è rimasto impresso nella mia mente è il seguente: 

“Ho scordato cosa volesse dire possedere della abilità. Al contrario, loro hanno posseduto me. Completamente.”

Grazie a riflessioni simili e alla veridicità con cui sono state narrate le problematiche e i punti quasi “oscuri” del provare ad esaudire i propri sogni, ho avuto la possibilità di ricordare che per quanto un sogno sia grande, non ci si deve fare inghiottire da esso. È giusto mettere in luce il fuoco che arde dentro il nostro cuore per vederlo compiere, ma non dobbiamo assolutamente bruciare con esso. 

Consiglierei questo libro? Sì, sicuramente.
Sia a livello estetico (l’edizione è davvero curata e meravigliosa) sia a livello di storia, credo che valga davvero la pena leggerlo per immergersi in questa storia.
In questa recensione mi sono molto basata sui personaggi perché essi mi hanno davvero catturata, ma non consiglio questo volume solamente per loro. Vi sono altri elementi, come le ambientazioni e gli elementi fantastici descritti da Samantha Shannon, che catturano altrettanto il lettore. 


 


 Grazie ancora di cuore alla Oscar Mondadori (di cui invito a visitare la pagina Instagram @oscarvault) per avermi permesso di leggere e recensire questo romanzo. Nonostante, per varie cause, io abbia dovuto allentare di moltissimo i ritmi delle mie letture, è stato un onore ricevere una copia digitale di uno dei vostri splendidi libri. 
Pertanto, vi ringrazio ancora.


Grazie anche a voi per aver letto questa nuova recensione.
A presto,

Federica.

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