Recensione: "Finchè amore non ci separi." [A. Premoli]

Recensione:FINCHE’ AMORE NON CI SEPARI 


                                                                                     [A. PREMOLI]




Buongiorno a tutti voi, viaggiatori che siete finiti a leggere questa nuova recensione nel mio blog! 
Passato un felice Natale? Se vi va, raccontatemi cosa avete fatto nei commenti!

Il libro su cui ho deciso di scrivere oggi  è: 









Titolo: Finchè amore non ci separi Autore: Anna Premoli
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 8 maggio 2014
Genere: New Adult
Dove acquistarlo: Amazon — IBS
Trama in poche frasi: Amalia Berger è di ricca famiglia ed è anche un affermato avvocato di New York, conosciuta come “la regina di ghiaccio”. Ryan è invece il nuovo vice procuratore della medesima cittadina e quarto figlio di una famiglia piuttosto caotica che gestisce un tipico pub irlandese (relativo alle loro origini). I due si sono conosciuti alla scuola di legge di Yale dove, a seguito di un litigio, è nata la loro reciproca antipatia. I due si rincontrano a New York, dove si affrontano nei ruoli dell’avvocato difensore lei e dell’accusa lui in un caso piuttosto banale di guida in stato di ebbrezza: lo scontro in aula degenera a tal punto che il giudice condanna entrambi ai trascorrere ben cinquanta ore di servizi sociali insieme. Cosa accade dunque a due persone che si detestano quando sono costrette a collaborare e a passare del tempo insieme?



Edito dalla Newton Compton, questo libro narra le vicende di Amalia Berger Ryan, due avvocati newyorkesi che, a seguito di una discussione in quel di Yale che li ha lasciati in pessimi rapporti, si ritrovano dopo anni nellaula di un tribunale ad affrontare lo stesso caso: lei come avvocato difensore della ragazza incriminata del reato e lui come vice procuratore e accusatore di tale fanciulla. 

L’incipit questa volta risulta essere particolare: il libro non comincia infatti narrando direttamente le vicende dei due protagonisti, né riguarda un eventuale prologo relativo al passato dei due; re incontrastato dell’incipit risulta essere il circolo di bridge newyorkese a cui partecipa la nonna della nostra protagonista Amalia, mentre è intenta a giocare una partita a carte con le altre signore del “club”. 
Il personaggio viene presentato immediatamente per com’è: una vecchia signora che non si lascia scalfire dalle chiacchiere superflue di coloro che le stanno accanto e che ama fare dell’ironia.
Potete solo immaginare quanto a primo impatto io sia rimasta interdetta da tale incipit: mi sono davvero chiesta se avessi acquistato l’ebook esatto o se avessi fatto una delle mie solite gaffe! Nonostante lo sgomento iniziale, ho trovato davvero carina l’idea di aprire questa storia in questo modo: il personaggio della nonna di Amalia è amabile (scusatemi il pessimo gioco di parole) 
 –nonostante non appaia granché durante tutta la vicenda-. 

Non appena l’incipit giunge alla sua conclusione, la Premoli porta il lettore dritto nel cuore della vicenda. In men che non si dica ci si ritrova a leggere del processo di Liz, una ragazza di famiglia molto facoltosa il cui reato è quello di guida in stato di ebbrezza. Fin qui nulla di nuovo per la nostra protagonista (la quale considera addirittura questo caso come uno dei più semplici) fino a quando in aula incontra Ryan, ragazzo per cui aveva una cotta durante gli anni passati a Yale e con il quale, dopo una accesa discussione, è in pessimi rapporti.
Inutile dire che entrambi sono sconvolti dal rivedersi dopo ben dieci anni di lontananza, così come è inutile dire che, nonostante entrambi affermino con ostentata sicurezza di odiarsi, in fondo provano attrazione l’uno verso l’altra.

 “Voi vi illudete entrambi di aver voltato pagina,
di essere diversi o qualche balla simile.
Ma a me la situazione sembra ancora in piena evoluzione.
Esattamente dove l’avete lasciata anni fa.”


Ciò che rende questa storia “frizzante” sono proprio i caratteri e le vicende che ruotano attorno ad Amalia e Ryan: leggere delle loro“gang”mi ha divertita molto e non ho notato cliché di grande rilevanza che mi hanno fatto storcere il naso. Al contrario, ho apprezzato quasi ogni singolo momento raccontato dalla Premoli, in particolare modo la acclamatissima scena del pub (di cui chi avrà letto il libro saprà ovviamente a cosa mi riferisco).
Come sopracitato, ho amato quasi ogni singolo momento (e dettaglio) narrato: ovviamente, vi sono stati dei momenti che mi hanno un po’ lasciato l’amaro in bocca. 
Nella lista di questi in particolare modo spicca soprattutto la mancanza di voler andare oltre i pregiudizi di Ryan: questi lo portano infatti ad odiare e a tenersi alla larga da Amalia solamente perché lei è l’ereditiera di una grande fortuna. Ho trovato questa caratteristica del co-protagonista piuttosto snervante perché tende giudicare negativamente una persona solamente per la quantità di denaro posseduta e non per il suo modo di essere. Oltretutto, lo rende quasi un personaggio vuoto, basato su delle convinzioni che hanno (per l’appunto) dell’assurdo e che lo spingono verso l’irrazionalità (facendo come riferimento la gaffa che commette al presidio finale in tribunale).
Ho davvero tirato un sospiro di sollievo quando, a buon punto del libro, Ryan inizia a fregarsene del tutto e comincia a lasciarsi trasportare dell’amore che prova per Amalia, fino a che… non ricade nuovamente nel tranello del pregiudizio. 
Sarò sincera, mi è dispiaciuta molto questa nota dolente della storia: Ryan poteva rivelarsi davvero essere un protagonista maschile molto migliore rispetto a quello descritto. 

«Non è colpa di nessuno, Amalia. 
Lo sapevamo entrambi che sarebbe finita così. Era chiaro sin dall’inizio. […]»
«Solo perché non stiamo facendo niente per cambiare le cose…» E poi scoppiò in un pianto dirotto.



Tralasciando però il lato negativo di lui e mettendo da parte anche la nostra protagonista Amalia, mi sento in dovere di lasciare qualche parola d’omaggio ai personaggi secondari presenti: oltre alla nonna di Amalia che ho citato all’inizio dell’articolo, davvero molto piacevoli sono state le presenze dei fratelli di Ryan (in particolare modo Niel), Kayla (migliore amica di Amalia, nonché colei che spinge l’amica a non arrendersi di fronte alle difficoltà che le vengono poste dal ragazzo di cui è innamorata), il giudice Waytt (di cui ho trovato piuttosto divertenti i pensieri relativi alla pesca) e la signora Lydia (protagonista della festa all’ospizio organizzata dai protagonisti durante alcune delle loro ore di lavori sociali).

Per concludere, ho apprezzato la messa in gioco di Anna Premoli nell’utilizzare la terza persona per la narrazione: in tal modo è stato possibile, seppur in maniera non estremamente dettagliata, conoscere i punti di vista di entrambi i protagonisti.
La loro storia mi ha fatto ricordare come i primi amori alla fine ritornano sempre in un modo o nell’altro, coi loro battibecchi e con la loro potenza. E’ importante ricordare dunque, che può risultare inutile e dannoso per sé stessi provare a soffocare i sentimenti provati per una determinata persona in passato e che, seppur possa portare inizialmente alla tristezza, risulta positivo riuscire ad accettarli per poter ripartire da zero nel migliore dei modi.

Come per la scorsa recensione, ci tengo a precisare che tale libro è ottimo se si cerca qualcosa di poco impegnativo e poco adatto a chi vuole distanziarsi dai cliché o da qualcosa di molto più complesso! 
Per il resto, buona lettura a chi deciderà di acquistarlo!
 Alla prossima,

Federica.


Ps. chi ha già letto il libro lo saprà, ma per chi non lo ha ancora letto: Amalia pare sia allergica ai cani. Perché metterla in copertina circondata da questi? 

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