Recensione: "In ogni goccia di pioggia" [G. Schiattarella]

Recensione: “IN OGNI GOCCIA DI PIOGGIA”

[GIORDANA SCHIATTARELLA]


                                                                                     


Buongiorno viaggiatori e benvenuti, finalmente, in una nuova recensione!

Oggi vi parlo di un libro speciale, perché scritto da una bookstagrammer e booktuber che adoro seguo: parlo di “In ogni goccia di pioggia”, di Giordana Schiattarella (
PROFILO BOOKSTAGRAM e PROFILO AUTRICE).

Giordana, ti ringrazio di cuore per avermi fatto dono di una copia e-book del tuo libro! 


 

 

 



Titolo: In ogni goccia di pioggia.  
Distribuito da: Amazon.

Data di uscita: 2020.
Genere: .
Autore: Giordana Schiattarella.



Trama: Si dice che quando si è rotti dentro è difficile persino respirare.

Melissa ce l'ha dentro quella sensazione, se la porta dietro da anni. È lì, nel suo cuore, sempre pronta a ricordarle che la vita non è fatta solo per sorridere, ma anche per gridare fino a non sentire più nulla.

Anima triste ma bella da morire, rotta, Melissa è fedele solo a se stessa. È colpa sua, soltanto colpa sua, se è successo quel che è successo, se la sua vita per lei perfetta è diventata all'improvviso impossibile da vivere. Perché nulla senza di lui ha più senso.

Ha amato una sola volta e troppo. Ha amato un amore così grande da rimanerne schiacciata.

Amare ancora non era previsto.

La verità è che se ti convinci di qualcosa, poi avviene l'opposto.

La verità è che la vita è imprevedibile. Non scegli se e di chi innamorarti. Succede.

Arriverà lui a incasinarle la vita.

Elijah Carsteirs, un ragazzo all'apparenza normale, che però porta con sé cicatrici molto simili a quelle di Melissa, un ragazzo che sembra incomprensibile, ma è al limite dell'incomprensibile che si può essere compresi.

Nel momento in cui le loro vite si incrociano, tra i corridoi della UCLA, entrambi dovranno cominciare ad affrontare il passato, questa volta con consapevolezza, soprattutto quando nella vita di Melissa cominceranno a presentarsi eventi sempre più strani.

Ma si è mai davvero pronti a fare i conti con le mancanze delle persone che amiamo? Con le bugie, i sotterfugi e l'amore?

E quanto si è disposti a rischiare per amare di nuovo con la conseguenza di poter soffire come o più di prima?

 



Prima di iniziare, vorrei avvertirvi del fatto che tenterò, in questa recensione, di non fare spoiler. 

Eviterò assolutamente gli spoiler più grandi, ma dopo una parte generale che può essere letta da tutti, ve ne sarà un’altra in cui magari mi soffermerò su parti e tematiche un po’ più specifiche: ovviamente, la segnalerò. 

Credo sia giusto avvertirvi di questo fatto, anche per permettervi una lettura ottimale di questo libro senza alcuno mio spoiler in mezzo. 

 

 

Ma bando alle ciance e cominciamo!

Ho letto questo libro in neanche tre giorni: come ho scritto a Giordana, l’ho letteralmente divorato. 

Ciò è dovuto ad un motivo particolare: ho trovato la sua scrittura davvero leggera e lineare, tanto da portarmi a leggere più di un centinaio di pagine in una sola giornata. 
Questo mi ha permesso non solo di immergermi totalmente nella storia senza avere la necessità aggiungere delle letture di “intramezzo” per spezzare un’eventuale “pesantezza” narrativa, ma anche, qualora qualche passaggio fosse poco chiaro per via della quantità di informazioni da acquisire, di rileggere e di avere già subito ben chiaro in mente cosa era accaduto nei capitoli precedenti.  

 

Le vicende narrate in “In ogni goccia di pioggia” sono ambientate in due Paesi: l’Italia e l’America; in particolare modo, nella città di Milano (di cui leggiamo solo brevi parti) e alla UCLA (University of California, Los Angeles – dove è ambientata la maggior parte delle vicende). 

 

Non sono presenti descrizioni generali delle due città presenti nel libro: sono infatti descritti da Giordana solo i luoghi necessari alla narrazione degli eventi; 
credo che questo sia un aspetto positivo del romanzo, perché in tal modo si evita di dare informazioni aggiuntive che magari potrebbero solamente confondere il lettore. 
Per mia mera curiosità mi sarebbe piaciuto scoprire di più circa i luoghi di Milano in cui i protagonisti erano soliti passare del tempo e una descrizione un po’ più dettagliata per la UCLA (per permettermi di immaginare in modo più vasto l’Università che la protagonista si ritrova a frequentare), ma ribadisco però che questo è legato solo alla mia curiosità (diciamo pure infinita su letteralmente tutto): oggettivamente, come soprascritto, riconosco che il modo in cui l’autrice ha deciso di descrivere i luoghi sia ottimale così come viene presentato ufficialmente al lettore.

 

Per quanto riguarda i personaggi, mi è dispiaciuto notare che non tutti riescono a mantenere la medesima importanza durante la narrazione: ho come avuto la sensazione, durante la lettura, che alcuni venissero messi in secondo piano per permettere ai protagonisti di avere ancora più spazio all’interno delle vicende (ovviamente a loro discapito). 

Per alcuni vi sono state delle spiegazioni conclusive sul perché essi sono effettivamente risultati meno presenti nella storia, mentre per altri speravo vi fossero un po’ più di righe a loro dedicate: sia per districare alcuni passaggi un po’ meno chiari a causa dei loro diversi caratteri e modi di vivere e affrontare le situazioni, sia per comprendere meglio proprio questi ultimi nel loro essere persone a 360° gradi.

 

Tralasciando i personaggi secondari, Giordana si è premurata invece di presentare quanto più possibile le diverse sfaccettature dei principali: Melissa ed Elijah vengono analizzati nei loro modi di vivere, nei loro anni passati e nelle loro peculiarità in modo abbastanza profondo da permettere al lettore di poter dire, capitolo dopo capitolo “okay, capisco perché si è comportato/a così”. Ciò non vuol dire che sono d’accordo con qualsiasi loro scelta compiuta o qualsiasi loro pensiero, sì Elijah, sì Melissa sto parlando sempre di voi, ma che ho capito il loro modo d’essere e il perché di determinati pensieri.
Bella la scelta, secondo me, di invertire di tanto in tanto il punto di vista della narrazione. L’ho trovata una decisione buona perché ha permesso di dare ulteriore dinamicità alla storia e di vedere come effettivamente un personaggio piuttosto che un altro ha vissuto una determinata vicenda.  

 

Infine, per questa prima sezione generale, vorrei mettere in luce una peculiarità di questo romanzo: di tanto in tanto sono presenti delle pagine un po’ speciali, in cui si trovano poche ma splendide righe; queste corrispondono di volta in volta a pensieri (e non solo) relativi ai capitoli appena conclusi. 

Non vi dirò esattamente cosa sono e il modo in cui vengono presentati per non fare alcuno spoiler, ma sappiate che ho davvero apprezzato quelle pagine. 

 

Per chi non ha ancora letto il romanzo, la recensione NON spoiler si conclude qui: il mio parere circa questa storia è buono; l’ho apprezzata, l’ho letta facilmente senza problemi di livello stilistico o di sintassi (non ho solo apprezzato l’uso di circa due verbi, ovvero, “ringhiare” e troneggiare”). La scrittura di Giordana, come scritto all’inizio di questa recensione, è buona davvero e credo che andando avanti nel tempo non possa fare altro che migliorare. 

 

Suggerirei questa storia? Sì, anche perché nonostante possano esserci alcuni cliché, vi sono parti che non si aspettano per niente e che mi hanno sorpresa moltissimo! 

 

DA QUI, SPOILER!

 

Viaggiatori che avete letto questo romanzo, benvenuti nella seconda parte di questa recensione. Non mi dilungherò troppo perché credo di aver già fatto un buon punto della situazione nella parte senza spoiler, ma sentivo il bisogno di aprire delle piccole parentesi circa delle situazioni e pagine specifiche. Qualora avessi compreso male io determinati passaggi, vi prego di lasciare un commento (o di scrivermi un messaggio su Instagram) in modo da poterne parlare e aiutarmi a capire meglio! 
Sono sempre aperta al dialogo e magari in certi versi mi sbaglio nel comprendere determinate parti!

                    

La prima cosa che vorrei portare alla luce è la seguente: la frustrazione tremenda, (ma non intesa in senso negativo) del non capire il perché di alcune situazioni e di come si era arrivati ad altre. 
Sono stata pagine e pagine a rimuginare sul chi fosse quel “tu” a cui Melissa si riferiva sin dall’inizio, al cosa gli/le fosse accaduto, perché lei/lui non era più presente e sul come loro si fossero conosciuti e avessero vissuto insieme. 

Giordana, sappi che mi hai tenuta tremendamente sulle spine. Ti detesto e adoro allo stesso tempo, perché ciò mi ha tenuta letteralmente incollata alle pagine senza possibilità di concentrarmi su altro e ciò non accade sempre hahah. 
È stata una bella mossa quella di tenere allo scuro su tutto il lettore (fa capire la frustrazione – stavolta negativa- di Melissa nel non capire il perché i suoi genitori si comportano in un determinato modo ad esempio, perché proprio come lei il lettore non è a conoscenza dei fatti), anche se speravo di leggere di più circa i momenti passati tra Daniel, Sara e Melissa e sul loro rapporto: sembrava splendido. 
Se mai scriverai una breve novella su alcune loro avventure, sappi che sarò una delle prime persone a leggerla. 

 

Collegandomi a Daniel, vorrei spendere due parole su Sara: come soprascritto, mi sarebbe piaciuto leggere di più su di lei (e, ora che ci penso, anche un po’ più su Lynette ed Iris). Mi sono chiesta per interi capitoli che fine avesse fatto e quando, con poche righe, Elijah fa capire a Melissa il perché lei fosse sparita, beh, ho avuto i brividi. 

Credo che se vi fosse stato un breve capitolo dal suo punto di vista sarebbe stato ottimale per affezionarvici di più e per darle una (un po’ più) degna sparizione, ma capisco perfettamente che magari sarebbe risultato ripetitivo visto poi ciò che Melissa si ritrova ad affrontare nel rapimento.

Questo per dire che mi è dispiaciuto molto per lei e non me l’aspettavo proprio quel finale per quel personaggio.  

 

A proposito di finali, quello del romanzo in sé mi ha lasciato un senso di tristezza misto a consapevolezza disarmanti: nel profondo sapevo che non poteva finire bene; Blue era sparito e di certo sarebbe stato un finale troppo aperto se le cose fossero state lasciate per come erano (oltre che era una situazione troppo felice, me ne rendo conto) e la tematica principale, essendo quella che era, non poteva concludersi davvero con un lieto fine. Nonostante però condivido perfettamente con te nel pensare che questo era il modo più giusto per far concludere il romanzo, mi è dispiaciuto molto per il futuro che avrebbero potuto avere Melissa ed Elijah. 

Bello però il ricongiungimento tra i due fratelli e la spiegazione della collana regalata da Elijah alla protagonista. 

 

Infine, sempre a proposito di Elijah, non ho apprezzato molto il suo punto di vista circa il modo di vestire e di comportarsi di Melissa: ho compreso il perché lui abbia pensato a ciò che si ritrova a pensare riguardo questa situazione (ovvero che sentiva fosse “sbagliato”), visto che Daniel aveva sempre parlato di Melissa come una ragazza ben diversa da come alla fine si è ritrovata ad essere alla UCLA, ma a primo impatto sembra che avere i capelli tinti di determinate tonalità, andare a letto con diverse persone e comportarsi in un determinato modo sia sbagliato: so bene che Giordana non ha assolutamente tali pregiudizi e che sia solo un modo di pensare di un personaggio legato a questa determinata storia, ma a prima lettura ho un po’ storto il naso leggendo ciò perché è sembrata una mezza critica nei confronti di coloro che magari vivono così e a loro va bene in questo modo.
Con ciò non voglio assolutamente additare Giordana con un “come ti permetti di aver scritto una cosa simile”, perché alla fine, essendo un pensiero legato al personaggio in sé e comprendendo la sua personalità e ciò che ha vissuto, ho compreso il perché di queste righe di Elijah. Semplicemente, credo che alcuni potrebbero capire male queste righe, ecco. E pensavo, inoltre, che questo piccolo punto venisse presentato in modo diverso (oltre che nell’epilogo, in quanto pensavo che Melissa non sarebbe ritornata ad essere completamente quella di una volta senza abbracciare esteticamente neanche una piccola parte della “trasformazione” che aveva avuto. Credevo che decidesse di mantenere almeno qualche piccolo dettaglio di ciò che era stato negli anni appena trascorsi, come voler a dire “non voglio cancellare del tutto quel periodo in quanto mi ha aiutata a crescere, maturare e a ritrovare l’amore e una nuova famiglia”). 

 

A parte questo, ho apprezzato molto la lettura!

 

 

 

 

Grazie anche a voi per aver letto questa nuova recensione e grazie ancora a Giordana per avermi contattata. È stato un onore leggere questo libro! 
A presto,


Federica.

 

 

 

 

 

 

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