Perché il cambiamento nel personaggio di Jasmine è così importante?




Perché il cambiamento nel personaggio di Jasmine è così importante?


È uscito da non molto tempo nelle sale italiane e in quelle di tutto il mondo il nuovo live-action targato Disney: Aladdin.
Le vicende narrate nel film sono già note alla maggioranza di coloro che sono finite per caso (o per propria volontà) a leggere questo articolo, ma qualora non aveste idea di che cosa io stia parlando, cliccando su questo link potete trovare la trama del film. 

Perché mi preme fare questo articolo?Perché ritengo importante sottolineare quanto, secondo il mio modesto parere, sia stato importante il cambiamento portato al personaggio della Principessa Jasmine.
Attenzione: con ciò non voglio assolutamente intendere che il personaggio sia stato reso perfetto in ogni sua parte (difatti vi sono state delle “perdite” caratteriali che ho poco apprezzato, come il suo riuscire ad avere una risposta spigliata e pronta in qualsiasi evenienza, la sua capacità di adattarsi alle situazioni più disparate che le vengono poste anche all’inizio della storia(come ad esempio il salto che deve compiere con Aladdin durante la fuga dal mercato) e la sua capacità di riconoscere immediatamente Aladdin nelle vesti del Principe Alì, facendo comprendere allo spettatore che ella sia riuscita ad andare oltre l’inganno della magia del genio e di riuscire a vedere davvero la purezza della persona che le è di fronte.
Oltretutto, non voglio assolutamente sminuire il ruolo maschile all’interno di questa pellicola.

Prima di tutto: chi è Jasmine?Jasmine è la prima principessa non caucasica portata sul grande schermo dal mondo Disney. È l’intraprendente e determinata figlia del sultano di Agrabah che è destinata a sposare, per via di una legge alla quale mal si adatta, un principe al fine di far continuare a prosperare la città.
Considera la sua vita come una gabbia d’oro dalla quale non può fuggire composta da sole regole e pretendenti interessati solo al suo rango.
Le uniche figure che le stanno sempre accanto sono una tigre, Raja, che la protegge costantemente, e Dalia (nuovo personaggio introdotto dal regista G. Ritchie), la sua ancella.
Stanca della vita nella quale le viene spesso imposto di stare in silenzio senza poter esprimere i suoi pensieri, un giorno scappa di nascosto dal palazzo nella speranza di poter riuscire a vivere in apparente libertà per qualche ora. È in questo arco di tempo che incontra al mercato Aladdin, al quale ella inizierà ad essere sempre più legata. 

Cosa cambia e dalla versione originale del 1992 a quella del live-action diretto da G. Ritchie nel 2019?  
Se nella versione originale ciò che spera maggiormente Jasmine è quello di riuscire a sposare un uomo che ama davvero lottando dunque contro la legge che le è imposta per il vero amore, nell’odierno live-action il matrimonio passa in secondo piano: l’amore continua sì ad essere molto importante per la giovane, ma ciò che ora desidera maggiormente la Principessa è di ricoprire il ruolo di nuovo Sultano di Agrabah e anche di riscattarsi come persona contro chi non ha fatto altro che rilegarla al silenzio.
In quanto donna le è stato spesso imposto (soprattutto da Jafar) di tacere, non dandole l’opportunità di far sentire pienamente la sua voce e di conseguenza di far capire a chi la circonda quanto valga. Jasmine non vuole essere considerata come un trofeo da possedere ed è per tal motivo che il regista Guy Ritchie cambia le carte in tavola: Jasmine appare sempre più nella pellicola, smette di avere un ruolo secondario e diventa protagonista della sua vita.
Se prima veniva vista e ammirata solo per la sua bellezza e il suo ruolo, adesso viene ammirata anche per la sua determinazione e forza che le permetteranno, alla conclusione della pellicola, a divenire il nuovo Sultano.
Il percorso mostrato dal regista è dunque quello di una donna che, se inizialmente non riesce a farsi pienamente valere alla fine riesce a brillare in tutta la sua magnificenza.

Attraverso la canzone Speechless, inoltre, viene mostrata la forza che risiede in lei, dando anche prova alle piccole (e grandi) spettatrici (e spettatori) della pellicola che ogni singola donna (e persona) al mondo DEVE avere possibilità di scelta e ha il dovere di farsi valere contro chi vorrebbe solo rilegarla in secondo piano. 
Durante questo percorso Jasmine comprende infine che “può avere il mondo e farlo suo”e lo stesso Aladdin, co-protagonista delle vicende, (come scrive da Serena Vissani in un articolo del sito Culturalmente“ è lì con lei per ricordarglielo.”

→Federica.

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